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Intervista: LECTERN

Dopo aver recensito il loro ultimo, ottimo album, intitolato "Precept Of Delator" (RECENSIONE QUI), siamo andati a fare due chiacchiere con i deathster nostrani Lectern. Nelle loro risposte trasuda tutta la passione per il death metal che la band ha messo anche nel nuovo disco. Buona lettura!

1) Ciao ragazzi e benvenuti sulla nostra zine. Volete introdurre la vostra band ai nostri lettori facendo una breve biografia della vostra carriera dagli inizi ad oggi?
 
Fabio: Partiamo dal 1999, ci formiamo, registriamo un demo, facciamo un concerto e ci sciogliamo dopo neanche quattro mesi. Il discorso finisce nel dimenticatoio, e ritorna in auge soltanto nel 2008. L’allora chitarrista decide di passare a suonare la batteria vista la mancanza di batteristi in circolazione, e reclutiamo due axemen da fuori città. Anche qui dura poco, non siamo più negli anni Novanta mi dicono, tra il 2009 ed il 2010 componiamo i pezzi di "Salvific Of Perhaps Lambent", lo stampiamo e giusto il tempo di qualche live e di nuovo la line-up se ne va a farsi fottere. Ancora una volta resto soltanto io alla voce ed al basso, due nuovi chitarristi ed un nuovo drummer vengono reclutati in un’impresa che ha il sapore di non mollare di fronte a niente. Tempo di arrivare al 2011 e la band muore di nuovo. Nel 2012 incontro Enrico su Facebook, un amico di lunga data conosciuto ad un’edizione del No Mercy Festival, lo invito a casa mia, tempo di una cena e lui è già dentro con dei nuovi pezzi, ed un post con la sua foto che lo ritrae dietro al banner nel mio appartamento! Ci offrono subito un live ad Helsinki, ma rifiutiamo in mancanza di un batterista e di una seconda chitarra e del fatto che Enrico volesse presentarsi in Finlandia in gran forma. Nel 2013 su Facebook mi imbatto per caso in Pietro, e lo invito ad unirsi a noi. Gli chiedo se conosca un batterista death metal coi capelli lunghi: tempo di scrivere a Marco che è già dentro! Nel 2013 esce "Lectern", un promo di tre pezzi, apripista di "Fratricidal Concelebration" del 2014. E siamo al 2015: Enrico ci comunica di dover lasciare i Lectern, il colpo è duro, ma proseguiamo in tre. Nel 2016 esce "Precept of Delator" ed entra Gabriele al posto di un chitarrista vagante, apriamo per Incantation, Angra e Sepultura. Il 2017 sta per finire, e nel 2018 saremo on the road ed in studio per il nuovo disco!.
 
 
2) Precept Of Delator è il vostro secondo album, ma siete attivi sin dal 1999. Come mai non siete stati molto prolifici fino ad oggi?
 
Fabio: Continui cambi di line up non hanno portato ad una continuità fine a se stessa. Ci siamo reinventati, abbiamo fatto di tutto a livello di testi e promozione contattando chiunque al mondo ed arrivando ovunque, abbiamo avuto di tutto: copertina censurata, una nuova immagine, una miss, foto e video di ogni tipo. Abbiamo suonato ovunque possibile a quei tempi, parlato con John McEntee nel backstage, ricevuto complimenti dagli Incantation in persona al cambio palco per il soundcheck e sul death metal italiano, suonato con migliaia di musicisti che ci hanno poi lasciato letteralmente col culo per terra! Quanto detto poc'anzi avrebbe steso un bisonte, ma la bestia non muore mai perché ti vive dentro!
 
3) "Precept Of Delator" è un omaggio al death metal classico, come ho accennato in sede di recensione. Era questo il vostro intento, ovvero creare un disco che omaggiasse il genere in tutti i suoi aspetti?
 
Fabio: La band in sé nasce seguendo coordinate stilistiche americane, old school e death metal classico, made in Tampa, Florida, come vogliamo definirlo. Ci interessa suonare solo questo, ma di migliorarlo con riff dalle sequenze eterogenee e non per forza nella logica del mai sentito. Va bene "Imperial Doom" (Monstrosity), ma lo hanno già fatto! A noi piace questo! Così! Alla Scott Burns, nei primi anni Novanta, da europei guardiamo agli Stati Uniti e non al nostro continente! Altrove, in Florida, proliferava uno stile che in pochi in Europa hanno ed avevano veramente capito! Gruppi come i Sinister fino ad "Hate" e "Bastard Saints", assomigliano più ad una band a stelle e strisce come i Suffocation, come i Pestilence di "Testimony Of The Ancients" erano dentro le grandi band progressive death metal fino al 1993 come Atheist, Death e Cynic! Quando conoscevamo noi i Death e li scoprivamo qui in Italia, neanche si sapevano chi cazzo fossero, adesso tutti ne portano le magliette di "The Sound Of Perseverance"! Chi era fortunato li scopriva con "Scream Bloody Gore" e "Leprosy", poi i capolavori degli anni Novanta come "Spiritual Healing", "Human" e "Symbolic". Da gruppo culto a numeri uno del progressive death metal, altro che ultimi Dream Theater! Prendi anche gli Autopsy! Un’influenza pazzesca soprattutto per Dismember ed Entombed. E poi Goreaphobia, Revenant, Incubus, Mortician, Sadus, Deceased e Malevolent Creation: tutte band storiche del death metal americano, le quali hanno avuto un’influenza su quello che siamo oggi!
Pietro: “E' un death metal sia classico che moderno. Non penso sia la perfezione in tutti i suoi aspetti, ma è pur sempre un fottuto album death metal!
Marco: Di base è sempre il nostro obiettivo. Ma ovviamente l'impegno sta anche nel non sembrare banali. Di band che fanno pezzi tutti uguali, ultra veloci, e ipertecnici ne trovi quante ne vuoi, quindi cerchiamo sempre di creare qualcosa di riconoscibile come death metal e riconducibile a noi.
 
4) Come nasce un vostro brano? C'è un compositore principale?
 
Fabio: Dalla fine del 2014 è ormai solamente Pietro che si occupa di scrivere tutti i riff. Me li fa ascoltare in anteprima, avremo scartato migliaia di canzoni! A volte lui è avanti a me per song scritte, adesso ho io delle liriche in più e li riteniamo un valore aggiunto sul quale stiamo già lavorando all’insaputa di Gabriele e Marco.
Gabriele: I brani nascono quasi esclusivamente da idee di Pietro, portate già in sala prova con buona parte della struttura. Subito dopo entra in gioco Marco per le parti di batteria per creare il resto dello scheletro e poi tutto ciò che rimane chitarra ritmica, voce, eventuali intro ed outro”.
Pietro: Nasce tutto da me, creo le sonorità e poi arrangiamo la batteria sui riff”.
Marco: Pietro è il caposaldo della composizione, mentre i testi sono di Fabio. Io ho il compito di creare la base ritmica e curare i dettagli come rumori, suoni e sonorità”.
 
5) Quali sono le vostre principali influenze musicali?
 
Fabio: L’elenco delle band è lungo, ma lo riassumiamo in due parole: death metal! Se poi vuoi sapere cosa ascolto ti dico dai Led Zeppelin ai Marillion, dai Fifth Angel agli Holy Terror, Slayer, Deicide, Motorhead, Judas Priest, Iron Maiden, Sanctuary, Death Angel, Sickening Gore, Forbidden, Ratt, Wasp, Kreator e Venom! Più è undergound e sconosciuto, e più mi piace e cerco di recuperarne il vinile!
Gabriele: Sicuramente tutto quello che può identificarsi come death metal americano, ma qualche incursione negli altri generi estremi è impossibile da evitare!
Pietro: Principalmente death metal ma anche molto black metal.
Marco: Non mi dilungo sulle band perchè non avendo un genere fisso sarebbero troppe, ma con lo strumento, su tutti, mi ispiro a personaggi come Lombardo, Laureano e Mancino.

6) Ci sono differenze sostanziali tra il precedente "Fratricidal Concelebration" e il nuovo album?
 
Fabio: Credo che il primo album fosse molto più tecnico, ed anche folle in certi passaggi. "Precept Of Delator" si lascia più andare, invece. Il prossimo, che uscirà nel 2018, lo vedo come una sintesi dei primi due con riff talmente particolari che non abbiamo mai avuto, ed in uno stile tutto nuovo ma fottutamente death metal!
Pietro: Molte, il primo è registrato in Mi mentre "Precept Of Delator" in Si. Sono state usate anche altre amplificazioni per dare le giuste sonorità a questo album.
Fabio: Ha ragione! Adesso usiamo humbucker attivi, corde molto grosse, il riffing si è fatto spesso e scuro, i testi sono sempre più maligni. Se ascolti "Pellucid" sembra lo stile di un’altra band, niente a che vedere con "Fratricidal Concelebration”.

7) Siete attivi sul fronte live? Avete delle date in programma?
 
Fabio: Eravamo vicini per una data in Italia con Immolation ed Azarath, ma non se n’è fatto nulla purtroppo, come per il tour europeo estivo in agosto con i Vital Remains organizzato solo in base a dei festival, ma siamo molto attivi e nei giusti canali come vedi!
Pietro: In questo periodo abbiamo un live da fare e due da annunciare a breve e il prossimo anno saremo a a Cardiff.
Gabriele: Il discorso dei live è sicuramente quello di rimanere attivi, ma con date selezionate per tenere alto l'interesse. La più vicina in ordine temporale è la serata di chiusura dell'imponente rassegna Rometal, organizzata da Marco Fatini, in cui saremo presenti come headliner. A maggio del 2018 invece è già confermata la presenza all'Eradication Festival in Galles, ma nel frattempo bolle altro in pentola di cui ancora non si può dire nulla.
 
8) Quali obiettivi vi siete prefissati di raggiungere con questa band e quali pensate di avere già raggiunto?
 
Fabio: Il fatto di esistere ancora dopo più di dieci anni è un traguardo incredibile almeno per me, ma che è venuto da sé. Personalmente i Lectern non sono per fare questo piuttosto che quello. Sicuramente i musicisti, dei buoni riff e dei dischi interessanti hanno creato un hype intorno a noi, che ci permette di essere ancora qui, e di poter pensare addirittura al terzo album, a quelli futuri e a liveshow perchè non vediamo l’ora di andare sul paco! Il resto è storia!.
Marco: Beh, condividere il palco con Incantation, Angra e Sepultura non sono cose che capitano tutti i giorni, e personalmente il prossimo obbiettivo è condividerlo con i Cannibal Corpse. Ma nel prossimo futuro siamo più orientati verso il nuovo album”.

9) Ok, abbiamo finito, a voi le ultime parole per concludere l'intervista!
Pietro: Grazie per averci intervistato.
Gabriele: Vi aspettiamo sotto il palco!
Marco: Satana è grande.

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